Google, oltre ad essere uno dei più utilizzati motori di ricerca, è una società che raccoglie informazioni. Uno dei suoi obbiettivi consiste nell' "organizzare le informazioni a livello mondiale per renderle universalmente accessibili e fruibili attraverso qualsiasi browser"[1], ma questa missione, ed i mezzi utilizzati per realizzarla, hanno sollevato attorno ad essi, questioni etiche e morali:
Gran parte delle critiche rivolte a Google si riferiscono a tematiche non ancora affrontate dal diritto informatico. Inoltre, Google tiene traccia delle informazioni riguardanti le ricerche degli utenti, rese anonime solo dopo 9 mesi.[2]
Nel 2016 un ex-allievo di Brian Jeffrey Fogg, Tristan Harris, dopo una carriera da esperto di etica del design in Google, si licenzia dalla multinazionale per denunciare le tecniche persuasive non trasparenti utilizzate dall'industria tecnologica e il loro impatto sulle relazioni umane e sulla qualità della vita dei cittadini[3].
Nel 2019 Shoshana Zuboff elenca a carico di Google: <<Ci sono stata lotte legali e proteste sociali contro la digitalizzazione dei libri, la raccolta di informazioni personali con il wi-fi e le telecamere di Street View, l'intercettazione di comunicazioni vocali, l'aggiramento delle impostazioni della privacy, la manipolazione dei risultati delle ricerche, l'enorme accumulo dei dati ottenuti tramite le ricerche, il tracking del posizionamento degli smartphone, tecnologie indossabili e possibilità di riconoscere i volti, la raccolta segreta dei dati degli studenti con fini commerciali, e il consolidamento dei profili utenti tramite tutti i servizi e i device Google, solo per citare qualcuno dei molti casi.>>[4]